San Silverio

San Silverio è oriundo di Frosinone, figlio del Papa S. Osmisda, salì al soglio pontificio nel giugno 536, ma non fu l’immediato successore del padre, infatti dopo la morte di S. Ormisda avvenuta nel 523, vi furono come pontefici altri sei Papi. Tutti governarono in media 2 – 3 anni ciascuno.


San Silverio fu eletto papa nel 534-36 ma il suo pontificato fu breve e molto travagliato; venne coinvolto suo malgrado, nelle lotte politiche e religiose che in quegli anni turbarono l’Italia e la Chiesa, infatti era in corso la guerra tra i Bizantini e gli Ostrogoti per il possesso della penisola. Inoltre in Oriente continuavano ad esistere gruppi di monofisisti ostinati, appoggiati dall’imperatrice Teodora. Si ricorda che il monosofismo, era una dottrina teologica que negava la natura umana di Cristo, affermandone l’unica natura divina. Qualche mese dopo la sua elezione, il re Teodato suo protettore, fu deposto ed ucciso dai Goti; a dicembre 536 giunse alle porte di Roma, il generale Belisario con le sue milizie e Silverio insieme al Senato, si adoperò perché la città fosse occupata senza combattimenti. Tre mese dopo, nel febbraio 537 fu la volta del nuovo re degli Ostrogati. Vitige a cingere d’assedio Roma con il suo esercito, con vari attachi per ritornarne in possesso distruggendo i dintorni compreso i cimiteri cristiani e le chiese. E fu durante l’assedio degli Ostrogoti che cominciò la tragedia di San Silverio; era giunto da Costantinopoli il diacono Vigilio con lettere dell’imperatrice Teodora per Belisario, perché favorisse l’elezione di Vigilio alla cattedra di San Pietro. Belisario cercò di non creare drammi e chiese a San Silverio di accordare egli stesso ciò che stava a cuore a Teodora, ma il papa si rifiutò di accondiscendere.

Durante l’assedio degli Ostrogoti, che durò quasi un anno, fu messa in circolazione una presunta lettera di Silverio al re Vitige, nella quale prometteva di aprirgli la porta Asinara presso il Laterano, per consegnarli Roma; Belisario convocò il Papa al suo quartiere generale contestandogli l’accusa che Silverio facilmente smontò, anzi per evitare ulteriori sospetti, lasciò il palazzo del Laterano spostandosi presso la Basilica di S. Sabin. Ma il 18-19 marzo ci fu un furioso attacco dei Goti e San Silverio fu di nuovo chiamato da Belisario, che spalleggiato da sua moglie Antonina e da Vigilio, mosse altre accuse a Silverio destituendolo.

San Silverio fu deportato dapprima a Patara nella Licia e poi nell’isola Palmarola, qui Papa Silverio, per porre fine allo scisma che si era creato, abdicò l’11 novembre 537 e consunto dagli stenti e dalla fame, morì martire il 2 dicembre successivo.