Chiesa

La chiesa di Ponza, dedicata a San Silverio e Santa Domitilla, è stata progettata da Carpi e fatta costruire dal maggiore del Genio Winspeare nel 1775.

Nel 1940 il parroco Mons. Luigi M. Dies decise di ampliarla e affidò il progetto all’architetto Prof. Carlo Pieri di Roma con l’approvazione del Prof. Terenzio, soprintendente ai monumenti del Lazio. Rispetto alla vecchia struttura, l’ampliamento sacrificò il pronao, senza però alterare le linee della facciata, la scala fu spostata in avanti e ridotta a causa dei vuoti delle grotte sottostanti alla chiesa, e tredici scalini furono riportati nell’interno del tempio. La cantoria ampia, anch’essa rotondeggiante, costruita sulla porta d’ingresso, ha utilizzato lo spazio risultato disponibile dalla soppressione della scala.
Nell’impresa di ristrutturazione dell’edificio venne coinvolto tutto il paese: pittori di Ponza e “forestieri” si occuparono della decorazione delle pareti interne seguendo le precise istruzioni iconografiche del parroco Dies.
Oltre alla SS. Trinità e ai santi titolari della chiesa e patroni dell’isola Silverio e Domitilla, vennero raffigurati episodi della storia sacra, santi martiri e pontefici che avessero avuto un particolare collegamento con Ponza.
Per abbellire la nuova parrocchia vennero chieste in prestito alla Soprintendenza di Roma “L’Adorazione dei pastori” di Antonio Greccolini e “La Natività della Vergine” di Michelangelo Cerruti, provenienti dalla distrutta chiesa romana di S. Venanzo.
All’interno è presente la statua di San Silverio che, secondo un detto popolare, è stata scolpita al fine ’800 a Napoli da un solo pezzo di un albero di ciliegio e il cuore d’argento che porta al collo non è un ex-voto, ma un pegno d’amore al santo dei ponzesi che partivano per la Prima Guerra Mondiale, con la speranza di ritornare vivi alle loro case. Il cuore è d’argento ed è cavo; al suo interno sono scritti, su foglietti di carta, i nomi di coloro che si recavano al fronte.